Progetti di ricerca

A cent’anni dal pericolo rosso. L’impatto della rivoluzione bolscevica sulle potenze coloniali europee: un approccio globale

Ambito disciplinare Macroarea 3

Area scientifica Area 16 - Scienze politiche e sociali

Tipologia finanziamento PROGETTI DI RICERCA DI ATENEO (Finanziamenti di Ateneo)

Stato progetto Concluso (archiviato)

Data avvio: 25 January 2016

Data termine: 31 January 2018

Importo: 31.000,00 Euro

Abstract:

Come è stato messo in rilievo da studi recenti, il DNA del messaggio rivoluzionario bolscevico fu caratterizzato, sin dalle sue origini, dal gene dominante dell'espansione su scala globale: già nel 1917, i bolscevichi ritenevano imminente lo scoppio di una rivoluzione europea, la cui realizzazione dovette però scontrarsi con notevoli resistenze nella sua esportazione. Nei primi anni Venti, la difficoltà di attuare una rivoluzione in Europa entro un termine temporale breve indusse la classe dirigente bolscevica a ripensare alla possibilità di attuare una rivoluzione mondiale nei territori extraeuropei, ove le popolazioni oppresse dal colonialismo avrebbero accolto con favore una nuova forza internazionale che si batteva contro l'imperialismo coloniale.

Partendo da tale assunto, l'obiettivo del programma di ricerca è l'approfondimento comparato dell'impatto della rivoluzione bolscevica su alcuni dei Paesi europei colonialisti (Gran Bretagna, Francia e Italia) e in alcuni casi studio di aree di influenza ad essi correlati (India, Algeria, Dodecaneso), nel periodo compreso tra il 1917 (rivoluzione russa) e la fine degli anni Venti (quando l'Internazionale comunista abbandonò le velleità di realizzazione della rivoluzione in contesti extraeuropei). Lo scopo ultimo è quello di recuperare l'accezione "globale" della rivoluzione bolscevica così come intesa dai suoi stessi ispiratori, in una visione sistemica che correli la realizzazione della rivoluzione europea a quella nei territori extraeuropei.

Nell'ambito di ciascun caso di studio, l'azione di ricerca si svilupperà seguendo due direttive: innanzitutto, le reazioni delle autorità europee in esame al tentativo di esportare la rivoluzione tramite la presenza di agenti del Comintern e la contestuale simpatia con la quale alcuni ambienti europei guardarono agli eventi del 1917. In secondo luogo, si considererà l'impatto politico-culturale che la rivoluzione ebbe negli ambienti politici e intellettuali progressisti nelle "metropoli" e nelle periferie degli imperi coloniali, nella formazione di una nuova classe dirigente.

La proposta, che ricalca perfettamente – in chiave storica – l'esigenza, sottolineata da Horizon 2020, di interpretare l'Europa come un attore globale, va a colmare una duplice carenza storiografica di rilievo, dovuta alla forte ideologizzazione degli studi sul tema determinata dall'influenza della Guerra fredda, e, in seconda battuta, all'assenza di una visione comparata dell'impatto della rivoluzione bolscevica sui Paesi europei coloniali.
L'impianto "metropolitano"- coloniale, basato sullo studio dell'impatto della rivoluzione bolscevica in alcuni definiti casi di studio legati al Paese europeo prescelto (Gran Bretagna-India; Francia-Algeria; Italia-Dodecaneso) costituisce uno degli aspetti più innovativi della ricerca. Inoltre, la consultazione di materiale archivistico proveniente da diversi Paesi europei e dagli ex Paesi colonizzati, di natura governativa, non-governativa e militare, recentemente messi a disposizione degli storici, rappresenterà un elemento importante nell'apportare nuove e più definitive linee interpretative.

In merito agli obiettivi, il progetto si propone di costituire un network di studiosi provenienti da varie nazioni (Italia, Francia, Inghilterra, Ungheria, Polonia), che funga da base per ulteriori progetti a livello europeo. Tra i risultati concreti nel periodo di esecuzione del progetto, si possono elencare l'organizzazione di un seminario e di una conferenza finale, in occasione del centenario della rivoluzione russa, a cui sarà associata una piccola mostra documentale; questi eventi consentiranno di consegnare alla comunità scientifica i risultati più concreti della ricerca, di cui si auspica la pubblicazione in un numero monografico di una rivista internazionale e in due volumi (una monografia in italiano e un collettaneo in lingua inglese).

Obiettivi:

L’obiettivo del programma di ricerca è l’approfondimento dell’impatto della rivoluzione bolscevica su alcuni dei Paesi europei colonialisti (Gran Bretagna, Francia e Italia) e in alcuni casi studio di Paesi colonizzati/aree di influenza ad essi correlati (India, Algeria, Dodecaneso), nel periodo compreso tra il 1917 e la fine degli anni Venti (quando l’IC abbandonò le velleità di realizzazione della rivoluzione in contesti extraeuropei; si noti che vi saranno alcune lievi rimodulazioni nella periodizzazione a seconda del case study). Lo scopo ultimo è quello di recuperare l’accezione “globale” della rivoluzione bolscevica così come intesa dai suoi stessi ispiratori, legando il contesto europeo a quello delle potenze coloniali, in una visione sistemica che correli la realizzazione della rivoluzione europea a quella nei territori extraeuropei. Data l’articolazione del progetto e l’ampio respiro scientifico, si indicano una serie di risultati di carattere parziale e finale. In primo luogo, si prevede l’organizzazione di un seminario intermedio nel corso del quale si terrà un primo confronto sulle ricerche in corso tra i partecipanti al PRAT: la sinergia tra le varie componenti sarà un elemento di grande rilievo, vista la necessità di giungere, in questa prima fase, alla pubblicazione di un numero monografico di una rivista internazionale, preferibilmente di fascia A, come passo interlocutorio nell’ambito della ricerca. Inoltre, il centenario della Rivoluzione d’ottobre, nel 2017, offrirà una ribalta importante per portare i risultati del PRAT all’attenzione della comunità scientifica nazionale ed internazionale.. Questa seconda e conclusiva fase consterà di due eventi, in particolare. Un convegno riservato agli specialisti e agli addetti del settore, nel quale fare il punto sulle tendenze storiografiche attuali e mettere in rilievo l’apporto che il PRAT patavino porterà, qualora approvato, al dibattito storiografico sulla Rivoluzione bolscevica come cleavage nella storia delle relazioni internazionali. Il convegno, organizzato su un arco temporale di due giorni, coinvolgerà i membri del Progetto d’Ateneo e una serie di specialisti nazionali ed internazionali che, selezionati sulla base del doppio principio della “chiara fama” e del call for papers, interverranno al fine di mettere in rilievo criticamente i punti nevralgici dei risultati finali della ricerca e nuovi percorsi scientifici che potranno aprire innovative prospettive nella definizione di ulteriori progetti candidabili a livello europeo. I relatori potranno così ripensare ai propri interventi in vista della pubblicazione di un volume collettaneo, preferibilmente in lingua inglese, che costituirà il frutto più maturo del progetto stesso. Il volume sarà poi completato da una appendice documentaria di documenti selezionati sul tema provenienti dall’Italia, Gran Bretagna, Francia, Ungheria, Unione Sovietica e Polonia – tradotti in inglese – e raccolti nel corso delle ricerche da parte degli studiosi afferenti al PRAT. La parte documentale sarà di particolare rilievo anche per il momento divulgativo generalista del progetto. Una piccola mostra con documenti originali verrà organizzata presso l’Università di Padova, affiancata da percorsi didattici fruibili dagli studenti universitari e dell’ultimo anno delle scuole superiori. A cent’anni dalla sua attuazione, il percorso “globale” della rivoluzione bolscevica verrà così ricostruito grazie alla nuova documentazione disponibile e reso fruibile anche alla nuove generazioni in un contesto ormai lontano dai condizionamenti della Guerra fredda che, nel corso degli anni ’60-’80, tanto ha condizionato la riflessione in merito ad un evento storico di rilievo come quello del 1917. Infine, si prevede un ulteriore risultato nella pubblicazione di una monografia sulla percezione del pericolo bolscevico nell’Italia tardo-liberale (1917-1922): la nuova documentazione messa a disposizione di recente dal Museo dell’Arma dei Carabinieri e dagli Archivi di Stato locali mettono in rilievo l’importanza di un caso sinora trascurato dalla storiografia internazionale principalmente per la presenza di studi piuttosto datati e pubblicati in lingua italiana. Tale monografia si proporrà di contribuire al dibattito internazionale e nazionale sul tema, seguendo due linee direttrici: a livello di politica interna, le reazioni alla presenza bolscevica in Italia da parte delle autorità italiane, nella genesi di un anti-comunismo viscerale e nel conseguente atteggiamento di appeasement nei confronti del pericolo “nero” proveniente dall’emergere del fascismo; nel contesto internazionale, la reazione delle autorità all’azione espansionistica dei bolscevichi nell’area del Dodecaneso e del Mediterraneo, e la conseguente creazione di una sinergia internazionale con le altre potenze europee nel fronteggiare la minaccia comunista proveniente dalla repubblica sovietica. Lo studio dell’azione dell’IC nei confronti dei Paesi europei in esame sarà al centro dell’attenzione di Silvio Pons e di Vladislav Zubok. L’individuazione di un assegnista di ricerca, con un contratto annuale, servirà a coadiuvare il lavoro di ricerca di Pons e Zubok, con l’obiettivo di sviluppare il tema dell’azione dell’IC nelle propaggini coloniali dei Paesi europei considerati. In questi casi, le fonti utilizzate saranno principalmente quelle russe e in particolari quelle dell’Archivio di Stato russo per la storia contemporanea (RGANI) e l’Archivio per la storia politica e sociale (RGASPI), la documentazione russa trasposta agli Open Society Archives (Budapest), nonché una serie di raccolte documentarie sul Comintern (Il Comintern e l’idea della rivoluzione mondiale; Il Politbjuro del CC della Rkp(b) – Vkp(b) e il Comintern 1919-1943). Rispetto al caso inglese che, come abbiamo visto, è stato piuttosto indagato, rimangono ampi margini di approfondimento che verranno sviluppati principalmente da Varsori. Resta infatti da comprendere come la Gran Bretagna rispose alla minaccia sovversiva bolscevica nel corso della lunga predominanza governativa dei conservatori e del breve intervallo Mac Donald del 1924, alla luce dell’interesse spontaneo che la rivoluzione sollevò in seno alla popolazione, in alcuni casi lacerata da campagne mediatiche di segno opposto, pro-bolsceviche – come quella di H.G. Wells – o di colore differente (C. Alston, Harold Williams and his Circle: the Battle for British and American Opinion on the Russian Revolution, 2003). L’obiettivo sarà quindi quello di ricostruire l’atteggiamento del governo e della classe politica dirigente nel medio periodo, sino al 1926-‘27, quando si accese il labile focolaio britannico della crisi dei minatori e il governo conservatore inglese ruppe le relazioni diplomatiche con l’URSS (R. Service, Compagni. Storia globale del comunismo nel XX secolo, 2008). Le fonti primarie reperibili presso il National Archives di Kew, London, costituiranno il principale nucleo documentario di riferimento, associato ad uno studio dei Labour Party Archive e della British Library (sezione Asian and African Study), nonché degli British Army Records. Tali fonti costituiranno l’elemento preminente anche nella ricerca in merito alla gestione del pericolo bolscevico in una delle principali colonie inglesi, l’India. L’utilizzo dei British Army Records consentirà, in particolare, di utilizzare le fonti provenienti dalle ex colonie, in particolare dai fondi WO 363 e WO 364, che includono i documenti provenienti dal British West Indies Regiment. Lo studio sistemico della reazione inglese alle infiltrazioni bolsceviche in India e la comparazione con la reazione delle stesse autorità inglesi alla penetrazione bolscevica nel territorio metropolitano sarà l’obiettivo della ricerca condotta da Bentivoglio. Una particolare attenzione verrà conferita agli aspetti culturali, e nello specifico all’influenza che la rivoluzione bolscevica ebbe sulla formazione di alcune personalità chiave dello scenario indiano, come Gandhi e Nehru, le cui reazioni a tale evento sono state lette dalla storiografia internazionale in un periodo fortemente influenzato dall’esistenza della Guerra fredda. Rispetto al caso francese, un primo nucleo di ricerca sarà costituito dall’analisi dell’azione di alcuni membri ed attivisti del Partito bolscevico sul territorio metropolitano, come ad esempio quella di Kamen’ev (A.I. Rupasov, L.B. Aleksandr Nikolaevich, Kamenev's mission to Western Europe, 1998), dell’influenza esercitata sul socialismo francese sino alla nascita del Partito comunista, e del condizionamento di tali questioni sulle relazioni franco-sovietiche (Forcade). Grazie all’apporto di Krasucki, lo studio delle relazioni franco-sovietico prenderà inoltre in considerazione il ruolo svolto da Parigi nella guerra civile russa (C. Cantir, The Allied punishment and attempted socialisation of the Bolsheviks (1917–1924): An English School approach, 2011) e nella guerra russo-polacca del 1918-1920, come punto nevralgico nella definizione delle relazioni con il Cremlino (I. Majoros, A lengyel-szovjet háború: wrangel és a francia külpolitika 1920-ban, 2001). Approfondendo il quadro politico interno, Marchi volgerà tale interrogativo in seno al contesto politico francese, cercando di comprendere l’evoluzione della politica dei governi di centro-destra, Herriot e di Poincaré nei confronti della questione dell’immigrazione russa (C. Madajczyk, European intellectuals in exile in the first half of the 20th century, 1996), italiana e spagnola di matrice rivoluzionaria e dell’influenza politico-culturale che essa esercitò su una parte dell’opinione pubblica progressista, concentrandosi sulla genesi dell’anticomunismo francese come reazione all’ingerenza bolscevica nello scenario politico interno francese.

Contatti:

valentine.lomellini@unipd.it

Note:

Bando PRAT anno 2015

 

Assegnista di ricerca nell'ambito del progetto: Giulia Bentivoglio