Manifesto d'intenti

Tradizionalmente regolamentate in ambito nazionale, a partire dalla fine del 19° secolo le politiche sociali e del lavoro hanno assunto un rilievo internazionale crescente. Da una parte l’aumento delle migrazioni economiche ha posto in modo sempre più pressante il problema della protezione sociale dei lavoratori migranti e della sua relazione con i diritti dei cittadini dello stato di destinazione, determinando così il proliferare di accordi internazionali in materia. Dall’altra la crescente interdipendenza economica globale ha progressivamente amplificato sia l’impatto della congiuntura internazionale sui livelli occupazionali, sia quello della spesa sociale sulla competitività delle economie nazionali. Un fenomeno, quest’ultimo, che nei paesi industrializzati è stato percepito in modo particolare negli ultimi decenni, in connessione con l’accelerazione del processo di globalizzazione e il conseguente aumento delle pressioni per la riduzione dei costi sociali, ma le cui radici risalgono almeno alla seconda rivoluzione industriale. Conseguenza di queste dinamiche è stata la creazione di organismi internazionali specificamente dedicati ai temi sociali e del lavoro. Il più noto fra questi, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha appena compiuto un secolo di vita e, pur con una serie di limiti strutturali, rappresenta oramai un riferimento indiscusso a livello globale sulle tematiche di sua competenza. Accanto ad esso altre organizzazioni a vocazione universale o regionale, come il Consiglio d’Europa, hanno progressivamente esteso ai temi sociali e del lavoro il loro raggio d’azione, nel tentativo di governare fenomeni la cui gestione è apparsa sempre più proibitiva per i singoli stati nazionali. In Europa l’esempio più evidente è naturalmente quello dell’UE, la cui dimensione sociale, originariamente assai ridotta, si è notevolmente sviluppata nel corso dei decenni, con l’avvio di nuove politiche, l’istituzione di organismi ad hoc e una produzione normativa sempre più ampia.

Intento dell’osservatorio è riunire studiosi che, da ambiti disciplinari diversi (storia, diritto, sociologia, filosofia, economia, scienza politica), trovano un interesse comune nella dimensione internazionale dei fenomeni sociali e del lavoro, così da favorire il dialogo interdisciplinare su tematiche che investono in vario modo le società odierne e le cui implicazioni influenzano fortemente le scelte politiche degli stati contemporanei. Avviato da un gruppo di docenti del dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali, l’osservatorio è quindi aperto all’adesione di colleghi degli altri dipartimenti dell’ateneo padovano, ed è accompagnato da un advisory board composto da esperti esterni di provenienza eterogenea, accademica e non. Sul piano concreto tale dialogo si svilupperà attraverso l’organizzazione di attività sia di natura scientifica sia a carattere divulgativo, mirate ad analizzare episodi particolarmente significativi, a individuare gli sviluppi correnti di maggior rilievo (ad esempio nelle decisioni di governi o di organismi internazionali), a misurare l’impatto di determinate politiche in paesi, aree o regioni, e a costruire progressivamente un quadro che permetta di leggere in modo unitario le molteplici sfaccettature della dimensione internazionale delle politiche sociali e del lavoro.
Nello specifico, e compatibilmente con le risorse che si renderanno via via disponibili, i membri dell’osservatorio prevedono di organizzare eventi delle seguenti tipologie:

  • convegni scientifici a carattere tematico, volti ad analizzare sviluppi correnti o episodi storici in un’ottica multidisciplinare;
  • elaborazione di proposte progettuali sui temi di interesse del laboratorio in vista della partecipazione a bandi competitivi;
  • conferenze tematiche di esperti dell’Unione Europea, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, del Consiglio d’Europa, del sindacato e di altri organismi nazionali o internazionali direttamente coinvolti nelle dinamiche di interesse dell’osservatorio, rivolte agli studenti o aperte a un pubblico più vasto;
  • altre iniziative di natura didattica, quali seminari, esercitazioni e simulazioni dell’attività di organismi internazionali o di istituzioni dell’UE sui temi di interesse dell’osservatorio;
  • iniziative mirate di formazione continua;
  • discussioni pubbliche in occasione di avvenimenti significativi (adozione di decisioni politiche nazionali e internazionali, approvazione di atti legislativi nazionali ed europei o di convenzioni internazionali del lavoro, pubblicazione di volumi di particolare rilievo).

L’organizzazione di tali attività potrà ovviamente giovarsi dei numerosi contatti sviluppati nel tempo dai membri del laboratorio con colleghi ed esperti italiani e stranieri, oltre che di eventuali accordi di collaborazione via via formalizzati dal dipartimento SPGI.